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Chi non risica non rosica.
Il bambino, durante il suo sviluppo motorio, per realizzare un movimento funzionale ai suoi bisogni “improvvisa” delle soluzioni attraverso il provare, riprovare e sbagliare, fino a costruire un movimento efficace. Mangiare autonomamente, camminare, fare le scale, sorreggersi quando cade sono meccanismi che acquisisce nel tempo attraverso l’esplorazione di cosa funziona e cosa no. Più l’obbiettivo è lontano più sarà costretto ad improvvisare. Il motivo per cui questo processo, che fondamentalmente passa attraverso l’errore, diventa uno strumento attraverso il quale evolve il suo sistema propriocettivo è legato al fatto che tutto si svolge in uno stato di non tensione. Viceversa tale sistema non può evolversi.
Cosa succede più avanti? Da adulti?
Da un lato ci sentiamo più sicuri di noi stessi e quindi difficilmente ci mettiamo in situazioni che richiedono di improvvisare, dall’altro entriamo in un’ambiente culturale e sociale che considera l’errore come un fallimento, una mancanza di competenza e una poca professionalità. Il risultato è che il nostro sistema propriocettivo smette di evolversi.
L’improvvisazione è un ottimo strumento per evolversi ma deve mettere in conto l’errore e la capacità di risolverlo in modo rilassato, così da farlo diventare un processo costruttivo e creativo del nostro essere.
Chi non sbaglia non improvvisa veramente, chi giudica l’errore non è di aiuto.

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